Pausa caffé!

È ormai di uso comune in tutti i locali del mondo. Un rito da consumare, quasi sempre in compagnia, quello del caffè! C’è chi cammina per strada con allegri “bibitoni” da 500ml e c’è chi lo pasteggia come se fosse un vecchio brandy, seduto in caffetterie dal design ricercato. Un rito che non teme ne le guerre e nemmeno le crisi economiche mondiali più nere.

Ma chi beve più caffè? I più accaniti consumatori di caffè al mondo non sono, come si pensa solitamente gli italiani o gli arabi, ma i paesi del Nord Europa. Forse è il clima rigido o la luce (poca e di breve durata) a determinare il record mondiale di consumo annuo di caffè pro capite da parte della Finlandia, con un consumo pari a 12 kg. Questioni anche di abitudini.

Per esempio qui le funzioni e le cerimonie religiose finiscono sempre con abbondanti dosi di caffè. Usanza talmente radicata nella società che più o meno in maniera seriosa il caffè viene chiamato il terzo sacramento della Chiesa Luterana di Finlandia.

Latitudini e gusti differenti Ad ogni palato il suo gusto. Ad ogni bocca il suo caffè con o senza zucchero, dolcificato o aromatizzato. Ognuno poi ha la sua miscela preferita.

In Italia, patria della caffettiera moka, si tende a consumare la miscela 100% Arabica, perché essendo più dolce si addice di più al nostro palato, non abituato a sapori legnosi, amari e speziati. Anche se, nello specifico, la miscela Arabica viene consumata preferibilmente dagli italiani del Centro Nord.

Nel Nord Europa invece si privilegiano tostature chiare, con aromi fruttati e di miele. La french-press, l’equivalente della nostra caffettiera moka nei paesi del Nord Europa, è la soluzione perfetta per questo tipo di miscele e per ottenere un caffè dolce e acido, con assoluta dominanza di caffè Arabica.

Curiosità sul consumo Il 54% degli adulti (ovvero circa 110 milioni di persone nel mondo), consuma quotidianamente caffè. Sappiamo anche che sono molto di più gli uomini che le donne, e comunque il consumo totale è più di 3 tazze al giorno per la maggioranza degli individui.

Magari… da non fare! Assolutamente pessima, secondo gli estimatori del chicco, l’abitudine sacrilega (spesso da parte degli americani) di riscaldare di continuo la bevanda perdendone i profumi e i sapori.

In questo caso come in altre cose della vita è meglio puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, ma in ogni caso rimane sempre una questione di gusto personale.

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