Bento. Cosa mangio a pranzo?

In Italia la conosciamo con il termine schiscetta (dal dialetto milanese che indica il verbo schiacciare, quindi schiacciare il cibo dentro un contenitore), dall'altra parte del mondo in Oriente il nome più utilizzato è il Bento. Scopriamo cosa è?

Il bentō è un pranzo preconfezionato, quello tradizionale viene preparato in casa tutti i giorni (serve come pranzo per i lavoratori fuori casa) oppure in occasioni speciali per feste e ricorrenze. Il cibo è contenuto in una scatola da bentō, dotata di divisori interni atti a separare cibi differenti in una mono porzione. Il bentō contiene solitamente riso e contorni, pesce, carne, verdure, tempura, verdure cotte o marinate, tōfu e altri cibi varianti a seconda della stagione. Le scatole bentō sono di vari materiali e dimensioni: possono essere di plastica usa e getta, di legno o metallo, semplici, stampate, decorate, oppure addirittura opere artistiche laccate e fatte a mano. Alcuni hanno uno scompartimento thermos, che contiene riso mantenuto caldo o miso, di solito utilizzato come bevanda per il pranzo al posto di acqua o tè.

La scatola viene poi avvolta in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette da utilizzare per consumare il cibo. Il bentō viene sempre confezionato in modo da creare un pacchettino esteticamente gradevole, studiando le combinazioni di colore dei cibi e la maniera di porli, coordinando bentō, bastoncini, cibo, tovaglietta e tutto il resto.

Estetica e colori

Al giorno d’oggi anche le scatole di bentō seguono le mode per incontrare il gusto di un pubblico più grande che non siano i semplici impiegati e lavoratori, ma anche le nuove generazioni dai più piccoli agli adolescenti.

Ed ecco nascere lo stile kyaraben (abbreviazione che sta per “bento dei personaggi”), in cui il cibo viene decorato per apparire come i cartoni animati (anime), come i fumetti (manga) o i videogiochi giapponesi più popolari.

Un altro stile è lo stile oekakiben (“bentō-ritratto”), che ritrae persone, animali, edifici, monumenti o cose come fiori e piante. In Giappone il bentō assume anche valenze particolari e sentimentali. Spesso nei manga e negli anime le ragazze portano all’innamorato un bentō preparato in casa, come anche la moglie al marito o al figlio.

I bentō sono anche un modo di far conoscere specialità e tradizioni locali, e si differenziano sia da regione a regione ma anche da dove vengono acquistati.

Si possono trovare nelle grandi città anche in forma di pasto veloce da comprare presso distributori automatici. Sono presenti nelle stazioni ferroviarie e in questo caso cambiano il nome in ekiben. Negli aeroporti si chiamano soraben e possono essere consumati durante l’attesa o in volo. Come in tuto il mondo anche in Giappone quando è l’ora di pranzo ognuno tira fuori il suo pasto e mangia dove capita. Buon appetito a tutti.

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